Sono ‘saltate’ due delle quattro date proposte per un incontro con la Gst – come richiesto dal giudice – per trattare l’acquisto a 1,55 milioni di euro. Rinuncia?
TERAMO – Non ci saranno incontri tra la Gran Sasso Teramano e il legale che rappresenta Marco Finori, gestore degli impianti dei Prati di Tivo per trattare una soluzione conciliativa sulla vicenda della vendita delle strutture. Almeno nelle date proposte dal commissario liquidatore Gabriele Di Natale, che ha ricevuto mandato a trattare da parte dell’assemblea dei soci della Gst, lo scorso 12 luglio.
Dalla comunicazione inviata dall’avvocato di Finori, Andrea Galvani, alla Gst, si evince infatti che sarà con molta probabilità così, “perchè – scrive il legale dell’imprenditore marchigiano – ad oggi non ho ricevuto una risposta definitiva del Cliente per quanto attiene la proposta conciliativa avanzata dal Giudice“.
Dunque, Finori che aveva fatto ricorso al tribunale anche perchè era stato escluso dalla gara per l’acquisto degli impianti, a suo dire illegittimamente, prende ancora tempo e non decide cosa fare. Ma stavolta lo fa di fronte a una pronuncia di un giudice che ha imposto anche una data entro la quale una soluzione va trovata: il 28 ottobre. Si tratta in sostanza di un bivio di fronte al quale Finori deve decidere: o sborsa 1,55 milioni di euro (con tanto di fidejussione e accollo dei debiti della Gst e di smontaggio degli impianti che arriveranno a fine vita) o chiude definitivamente con i Prati. Per il momento però ritiene di non doversi sedere – attraverso il suo legale – al tavolo con la Gst (le date possibili erano ieri e oggi, e ancora il 29 o il 30 luglio), e questo potrebbe anche denunciare una mancanza di disponibilità economica per l’acquisto oppure della possibilità di rinunciare all’investimento sui Prati di Tivo.